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Moggiona: il Paese dei Bigonai

Quando scrivo di Firenze, della sua storia, del suo presente e molto spesso della sua cultura, mi immergo totalmente in quell'atmosfera surreale che fa precipitare in una bolla senza tempo.
Vi si ritrovano personaggi, aneddoti e curiosità che rimangono impresse nella memoria e non lasciano scampo alcuno; ti fanno sentire importante per il solo fatto che sei cittadino di una delle città più importanti del mondo.
Tutto questo non deve però distogliere l'attenzione dal proprio passato e dalle vere origini. Per molto tempo Moggiona (piccolo paese della montagna casentinese) ha avuto influenze della Firenze repubblicana e principesca ed ha assorbito molto dalle gestioni amministrative e politiche del tempo.
Il rapporto tra Moggiona e Firenze è stato meglio descritto in questo post - Moggiona-Firenze: un rapporto altalenante.
Oggi invece voglio rendervi partecipi di una delle attività del passato di questo piccolo centro all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, proponendo interamente una delle pagine del sito internet della "Pro-loco". www. moggiona.it
Buona lettura ...

Per secoli Moggiona è stata il paese dei bigonai. La maggior parte degli abitanti si dedicava infatti alla costruzione dei bigoni, contenitori lignei a doghe, tenute insieme da cerchi. I bigoni venivano venduti alle fattorie della Toscana e servivano al momento della vendemmia per il trasferimento dell'uva dalla vigna. La materia prima per la costruzione di bigoni veniva dalle abetine della foresta di Camaldoli (oggi Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi).

Un Bigonaio: Giovannelli Frascesco
Un bigonaio (Francesco Giovannelli)
accanto al prodotto del suo lavoro.
In primo piano un fascio di cerchi.

Molti sono stati nel corso degli anni i riconoscimenti alla maestria dei bigonai di Moggiona.
Nel 1954 gli artigiani del paese vincono una medaglia d'oro per gli attrezzi agricoli, nel concorso per l'artigianato rurale che si tenne durante la XVIII Mostra dell'Artigianato di Firenze.
Nel 1968 la Camera di Commercio di Arezzo premia due famiglie di bigonai, i Ballerini e i Roselli: i primi ricevono una medaglia d'oro per oltre due secoli di ininterrotta (e documentata) attività artigianale, i secondi la medaglia d'argento per un'attività di pochi anni più breve.
Negli anni 50 del s
ecolo scorso l'avvento della plastica ha decretato la fine di questo mestiere. Oggi nel paese si trovano artigiani che hanno saputo trasferire le loro competenze ed applicarle nella realizzazione di mobili rustici di alta qualità.
Il mestiere del bigonaio è descritto nell'ottimo articolo di Giorgio Batini, I bigonai del Casentino.
Per conservare la memoria di questo tradizionale mestiere,
la Pro Loco ha realizzato la Bottega del Bigonaio.

Gli ultimi bigonai
Alcuni fra gli ultimi bigonai di Moggiona durante una dimostrazione
nella Bottega del Bigonaio (Agosto 2007)

Commenti

  1. Posto tranquillissimo, dove è facile incontrare cervi, cinghiali, volpi ed altri animalidel bosco. E' l'ideale per staccare dallo stress ed un ottimo punto di appoggio per vistitare tutto il parco del Casentino...Se ci vai una volta, vorrai sicuramente tornarci..

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  2. Grazie Luca, sono sicuro che con il tempo apprezzerai ancora di più quest'angolo di paradiso (terrestre)!

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