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Centro internazionale sulle Conoscenze tradizionali

Nascerà a Firenze e potrebbe avere sede nello storico complesso delle Gualchiere di Remole, splendido opificio trecentesco sulle sponde dell’Arno da tempo inutilizzato, il Centro internazionale sulle Conoscenze tradizionali, organismo promosso da Onu ed Unesco per il recupero, la tutela e l’uso innovativo dello sterminato patrimonio di culture e di tecniche che nei secoli hanno permesso la vita e lo sviluppo di intere popolazioni. L’annuncio è stato dato stamani in occasione della Conferenza internazionale sulle Conoscenze tradizionali in corso in questi giorni al Palagio di Parte Guelfa, a cui partecipano studiosi ed esperti da ogni parte del mondo, organizzato dalla società Ipogea e dalla Nobrega Foundation. Un convegno per fare il punto su come tutelare e promuovere quel patrimonio immateriale fatto di saperi antichi, tramandati di generazione in generazione, che in un mondo sempre più a rischio di collasso ecologico potrebbe divenire di fondamentale importanza soprattutto se coniugato all’alta tecnologia.
Le Gualchiere di Remole, considerate uno dei maggiori esempi di archeologia pre-industriale d'Europa.
erano un importante opificio medievale appartenuto alla potente famiglia fiorentina degli Albizi fino al 1541, poi proprietà dell'Arte della Lana. Posto sulla riva sinistra dell'Arno a pochi chilometri a monte di Firenze, l'edificio era strutturato in modo da sfruttare al massimo la forza motrice generata dalle acque del fiume, usata per trattare i panni di lana. La sua costruzione risale alla metà del 1300, anche se la prima notizia certa è datata 1425. Il traghetto che portava i panni dall'antistante Nave ai Martelli, ove giungevano da Firenze a dorso d'asino. Il tutto era circondato da mura e vi si accedeva attraverso due porte (distrutte dai Tedeschi nel 1944 insieme ad una porzione del fabbricato). Dopo aver cambiato varie destinazioni d'uso (mulino, colorificio) dal 1980 l'edificio è in disuso.

Commenti

  1. Finalmente si torna a parlare delle gualchiere.
    Speriamo che possa diventare anche un museo didattico sull'arte della lana, dato che è uno dei pochi edifici medievali del genere che sono rimasti al mondo, magari provando a rimetterlo in funzione, anche se il costo sarà enorme.
    cmq ben venga qualsiasi iniziativa che permetta di riprendere l'edificio dal suo degrado!

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