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La Pira: un incontro fortuito

Negli anni ’60 chi si è trovato a passare in Piazza della Signoria, ha trovato talvolta giovani seduti in circolo sulle pietre, in genere studenti o boy-scout, a cantilenare un nome nella speranza che si aprisse qualche finestra di Palazzo Vecchio ed essere ripagati, magari solo con un saluto o un cenno di mano, dal desiderato ed invocato con fare sommesso e discreto. Non ho mai visto Giorgio La Pira, allora Sindaco di Firenze, affacciato a nessuna finestra per ricambiare l’attenzione di cui era destinatario. Tuttavia : “…Giorgio, Giorgio….”.
Negli anni ’70, in un Comune della cintura parigina che sta a Parigi come Scandicci a Firenze, è capitato di conoscere il Vice-Sindaco di questo Comune. Ci siamo incontrati in tre occasioni : la prima sportiva, un Campionato Mondiale di Maratona per Amatori Veterani (atleti di oltre 40 anni), da corrersi nei dintorni sud di Parigi. Ci ricevette nel Palazzo Comunale (una magnifica residenza della famiglia D’Artagnan) e ci mise a disposizione le strutture sportive per gli allenamenti : aveva anche la delega per lo Sport.
La seconda, in occasione della visita della Delegazione Ufficiale del suo Comune. Un giorno telefona :”Hallò, je sui George…., sono a Firenze con mia moglie per la visita di gemellaggio. Ma prima degli incontri ufficiali vorrei, oggi e domani, che mi portassi in giro a conoscere il tuo territorio e Firenze”. George conosceva e parlava benissimo l’italiano. Giovedì e Venerdì di ferie e via!! Girare nei dintorni di Quarrate, Candeli, Capannuccia; per i ‘Colli’ e per Monte Pilli; mostrare loro i panorami dall’Incontro, da Poggio a Luco e dal Bigallo; avvicinarsi al Chianti costeggiando l’Ugolino; visitare le 3 Pievi romaniche e i capolavori della Chiesa di S. Giorgio a Ruballa fu un piacere e ciò contribuì a consolidare l’amicizia, e conoscere, sotto la sua scorza forse protettiva, un uomo sensibile, di vaste esperienze e colto, innamorato dell’Arte e del bello. L’entusiasmo salì alle stelle quando si rese conto degli estesi uliveti che gli rammentavano la sua Tunisia, donde era nato e cresciuto. Sua moglie aspettava l’indomani, la visita a Firenze, per scatenare i suoi entusiasmi. La sera cenammo a casa e dopo, in incognito, ad una festa popolare dove, facendo finta di niente, incontrammo le personalità che due giorni dopo lo avrebbero ricevuto in forma ufficiale. Canti e balli fino a tardi! Prima di rientrare in Hotel, ci riunimmo con altri amici in una casa a mangiare una torta fatta per l’occasione. Ed ancora canti e cori! L’indomani a Firenze visitammo i monumenti soffermandoci alla Torre della Castagna, all’Oratorio di S. Martino, ad Orsanmichele. Palazzo Vecchio, il Duomo e le Basiliche furono per i due ospiti, una magnifica scoperta. A pranzo vollero essere accompagnati in una trattoria popolare, dove speravano di incontrare lavoratori e Artigiani. La scelta fu alquanto facile : nei pressi, anzi a fianco della basilica di Santo Spirito, dopo averla visitata nel suo magnifico e chiaro splendore.
Incontrammo chi si auspicava, i motti e le battute “…fatti un po’ da parte, fa’ posto a questi tre!” mentre si pulisce con uno straccio, i richiami all’oste, la tavola apparecchiata con il pressapochismo sperato, fecero felici gli ospiti che scelsero piatti popolari e gustosi.
Il Sabato mattina riposo : appuntamento all’Hotel per il pranzo. La mamma frisse di tutto : pollo, coniglio, fiori di zucca, patate, melanzane e pomodori verdi. I cugini portarono il vino di’ Brondi, la zia l’insalata fresca : nove a tavola. Dopo pranzo, stipati nella 600 Multipla dei cugini, a prendere un po’ d’aria a Vallombrosa e scolarci qualche bottiglietta dell’Elisir dei Frati. Che c’è di meglio per digerire? Al tempo era di la da pensare “l’etilometro”. La 600 sbuffò assai e ci dovemmo fermare 2 o 3 volte. Sul cancelletto di ingresso all’Abbazia George esclamò : “Professore! Professor La Pira!” Si riconobbero subito. George era stato ‘la’ guardia del Corpo di La Pira durante i colloqui di pace di Parigi, che misero fine alla guerra in Vietnam. Quella con i francesi. Si abbracciarono in una maniera che riesce solo a chi ha condiviso pene e pericoli. Accennarono solo che a Parigi ne avevano passati molti ed in molte situazioni.
Con George ci siamo incontrati ancora nel corso della visita ricambiata in Francia nell’ambito del gemellaggio fra Comuni.
Francoeffe

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