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I "Veterani"

All’inizio avevo capito “Veterani scozzesi”. Certo, erano veterani della IIa Guerra Mondiale, ma britannici : scozzesi, inglesi, gallesi ecc…
L’idea che fossero scozzesi però mi affascinava un po’ di più. La Scozia e le sue leggende. La Scozia e i suoi castelli. Non ne sapevo molto di più : una terra di curiosi signori che, nella maggior parte, indossano una gonna, il Kilt, ed il resto del mondo non sa se sotto indossano altro. Curiosità, si capisce. Ma che infine sia soddisfatta! Eccole le cognizioni sulla Scozia. Ah, c’è dell’altro e mi interessa : Edimburgo ed il suo Festival del Jazz, fra i più importanti del mondo. Una delle ultime esibizioni del Modern Jazz Quartett (MJQ), ha avuto luogo nell’edizione 1991.
Si potrebbe anche parlare del Gemellaggio fra Firenze e Edimburgo : grigio scambio di delegazioni ufficiali e, di tanto in tanto, le vetrine del centro di Firenze zeppo di Bandiere e prodotti di quelle terre.
Poi un giorno, una telefonata. Mi chiama un vecchio amico che, brevità e riservatezza, chiamerò Ezio. “Pronto Franco? Mi servirebbe il tuo aiuto per portare avanti una operazione relativa ad una Delegazione che verrà l’anno prossimo”. Era il 1994 ed a breve sarebbe dunque arrivata una piccola Delegazione per verificare tempi e luoghi, incontrare Sindaci e personalità per le manifestazioni del 50° della fine della Guerra e della Liberazione. L’amico mi informa che una Associazione di Veterani, la “Montecassino Veteran Association” aveva rifiutato l’invito a partecipare a Cassino alle manifestazioni indette per celebrare la fine della guerra, culminanti con una grande rimpatriata di ex combattenti, in un ‘volemose bene’ generico e non condiviso. Era stato contattato da John Clark, un ex sergente, Segretario di tale Associazione, che cercava un luogo alternativo. Non avrebbero sfilato con gli antichi nemici. Mai!
Parve ai Veterani che la Toscana e Firenze in particolare rispondessero al loro interesse, anche per i loro trascorsi rapporti con questi luoghi.
Ecco l’equivoco in cui ero incappato all’inizio: fra questi Veterani la maggior parte erano del Reggimento scozzese “Black Watch”, fra cui il Segretario di cui sopra. Il Reggimento si era immolato per la conquista della quota di Montescalari, fra il Valdarno, il Chianti e Firenze, nei pressi di Figline Valdarno. Cadde il 70% del Reggimento e di questi il 90% dei combattenti, incitati e sospinti dalle loro cornamuse. I sopravvissuti furono poi assegnati ad altre unità oltre l’Appennino. Da allora sulla bandiera di Guerra del Reggimento c’è una parola ricamata :”Montescalari”. Questo vittorioso episodio non è stata l’unica vicenda vissuta dal Reggimento.
Alcuni giorni prima erano arrivati a S. Pancrazio di Bucine, poco dopo l’eccidio in questo borgo e di quello di Civitella della Chiana. Quando entrarono in San Pancrazio, il Sergente Clark in testa, ai soldati si presentò una scena terrificante. Erano avvezzi alle miserie e distruzioni della Guerra : venivano da Salerno ed avevano anche conquistato, decimati, Montecassino con tutto quel che significa. Ma una scena come quella non se l’aspettavano : le donne di San Pancrazio con pochi vecchi - ma vecchi- ed alcuni bambini scampati all’eccidio, stavano scavando ‘La fattoria’ per estrarvi i resti di una 80ina di uomini uccisi uno ad uno, da nazisti e fascisti in ritirata incalzati dagli Alleati.
L’eccidio era stato scatenato per rappresaglia ad un episodio di guerriglia dei Partigiani : 1 a 10!
Al termine dell’eccidio gli assassini hanno sfondato le botti da cui era fuoruscito vino e il deposito di carburante da riscaldamento. I liquidi si erano mischiati ai cadaveri ed il tutto fu minato e fatto esplodere. L’arrivo delle avanguardie col Sergente in testa trovò la gente a scavare fra le macerie ancora fumanti. I soldati aiutarono per due giorni nello scavo. La pietà per i morti ha da sempre legato fraternamente le popolazioni e quell’episodio non ha certo fatto eccezione. Nel breve soggiorno a S. Pancrazio i soldati e questa gente (oramai solo donne e bambini con qualche vecchio- ma vecchio) che neppure si intendevano a parlare, hanno fraternizzato e tenuto corrispondenza ancora per molto tempo dopo. Quando la piccola Delegazione nel 1994 è arrivata a S. Pancrazio a prendere accordi per l’anno venturo, il Sergente Clark si è riconosciuto con Adriana, allora bambina. Il sergente durante i suoi momenti liberi usava sedere su una pietra accanto alla soglia della casa della bimba, appena fuori il paese, alla quale offriva cioccolato ed altro.
La popolazione di S. Pancrazio, al corrente della visita, si era riversata in Piazza davanti alla Fattoria adesso restaurata dove ha sede il Museo che ricorda, fra l’altro, il brutale eccidio del ’44. Quando si sono sentiti la storia e i nomi di Adriana, adesso quasi 60enne e di John quasi 80enne, nessuno e rimasto con gli occhi asciutti.
Francoeffe
(foto : La Copertina del fascicolo)

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