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Tracce di Firenze

Il museo di Palazzo Vecchio ha allargato il proprio percorso espositivo con “Tracce di Firenze”, nuova sezione ospitata in due sale al piano terra che racconta la storia della città, dal tardo Medioevo al Novecento.
Il progetto si inserisce nell’ampliamento delle superfici destinate alla fruizione museale previsto dal Piano Unitario di Valorizzazione e porta nel Palazzo le collezioni del museo Firenze com’era.
E' aperto al pubblico da lunedì 26 marzo 2012, con il normale biglietto di Palazzo Vecchio. Anche l’apertura sarà negli stessi orari: adesso dalle 9 alle 19, da aprile a ottobre dalle 9 alle 24, salvo il giovedì quando il museo chiude alle 14.
Le nuove sale - che vengono aperte nella ricorrenza dei trent'anni dall'inserimento del centro di Firenze nel patrimonio mondiale dell'Unesco - vogliono offrire al pubblico un breve racconto per immagini di Firenze e del suo sviluppo urbanistico e architettonico nel cuore della città e nel palazzo che meglio ne rappresenta tutte le fasi storiche. Le opere esposte provengono prevalentemente dalla raccolta storico-topografica comunale, un insieme di dipinti, stampe e disegni che documentano l’aspetto della città attraverso i secoli.
Il percorso di visita si sviluppa attraverso una esposizione permanente, seguita da una sezione temporanea.
Nella sezione permanente vengono ripercorse le tappe fondamentali dell’evoluzione di Firenze dal tardo Medioevo al Novecento. Il visitatore è accolto dagli antichi mazzi di chiavi di tre porte dell’ultima cerchia muraria della città e da due capisaldi dell’iconografia fiorentina: la riproduzione pittorica ottocentesca della celebre xilografia degli anni Settanta del Quattrocento detta Veduta della Catena, e la versione del 1594 della pianta prospettica di Stefano Bonsignori, nota per la precisione della raffigurazione topografica. Il percorso prosegue con l’apertura di ‘finestre’ su scorci e vedute particolari della città, tra cui un pregevole dipinto seicentesco di Livio Mehus, le vedute fluviali settecentesche di Paolo Anesi e Thomas Patch e quelle ottocentesche di Emilio Burci e Lorenzo Gelati. Si prosegue con una selezione delle famose stampe settecentesche di Giuseppe Zocchi che mostrano alcune delle principali piazze cittadine, e con angoli della Firenze ottocentesca di Giovanni Signorini. 
Il vecchio centro è rievocato da un gruppo di piccole tavole di Augusto Marrani che raffigurano i caratteristici vicoli dell’antico quartiere scomparsi nell’ambito delle travagliate trasformazioni urbanistiche dell’Ottocento, qui documentate dai disegni di uno dei progetti di Giuseppe Poggi per Firenze capitale del Regno d’Italia. La rappresentazione delle espansioni della città moderna è affidata alla grande Veduta panoramica di Firenze disegnata da Luigi Zumkeller nel 1936. Il percorso si conclude con due testimonianze dei momenti più dolorosi della storia recente di Firenze, le distruzioni belliche del 1944 e l’alluvione del 1966.
La sezione temporanea ospiterà invece esposizioni periodiche su temi cittadini, attingendo principalmente dai depositi e dalle collezioni comunali, e si chiude con uno schermo dedicato alla Firenze di oggi sul quale saranno periodicamente proiettati video e immagini elaborati da artisti contemporanei. Questa sezione si inaugura con l’esposizione di dieci dipinti del pittore fiorentino Ottone Rosai, quasi tutti appartenenti alla serie intitolata La Firenze di Rosai, donata al Comune dagli eredi. La collaborazione con Ex3 ha inoltre permesso di inaugurare lo schermo posto al termine del percorso di visita con un video dell’artista Grazia Toderi dal titolo Firenze, stelle di terra (2000).
Pur conoscendo il museo di Firenze com'era nella sua vecchia sede, e con rinnovata curiosità, sarà presto una meta delle mie visite museali, magari all'interno della Domenica del fiorentino, l'iniziativa gestita dal Museo dei Ragazzi di Palazzo Vecchio.
 

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