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Il diavolo a Firenze

La leggenda del "Rifrullo del Diavolo"
San Pietro Martire trovatosi in predicazione nel centro di Firenze fu interrotto da un grande cavallo nero imbizzarrito che cercava di disperdere la folla radunatasi intorno al predicatore.
Fu immediatamente associato all’intervento di satana e il predicatore con un gesto sacro, il segno della croce, lo immobilizzò. Svanito nel nulla, qualche secolo più tardi, un certo Bernardo Vecchietti fece costruire due portabandiera o reggistendardi in bronzo da collocare proprio nel punto in cui avvenne l’episodio e lo fece costruire dal Giambologna, che in quell’occasione ridisegnò l’intera facciata del Palazzo Vecchietti. In un successivo restauro del palazzo uno dei due “diavoletti” è andato perso.
E’ un bronzo molto particolare che si può vedere nell’angolo tra Via de’ Vecchietti e Via Strozzi, oppure nell’originale, che è stato esposto recentemente al nuovo Museo Stefano Bardini, in Piazza dei Mozzi a Firenze. La caratteristicha opera del Giambologna ricorda le origini nordiche dello scultore, il gusto delle grottesche che aveva studiato nel suo soggiorno romano e le decorazioni gotiche delle cattedrali, che ebbero una forte influenza nell’ideazione di quest’opera.
e quella del “rifrullo di vento”
E' ancora li che aspetta il prete (o frate) che gli sfuggì nel mentre che lo inseguiva. La Piazza del Duomo, al lato di Via dello Studio, è molto ventosa ed in quel punto, infatti, si dice che è il "rifrullo del diavolo". Infatti, il religioso, inseguito dal diavolo raffigurato da un turbine di vento, si nascose nella Porta dei Canonici e riuscì a seminarlo passando dalla parte opposta e scappando dall'altra uscita.
Il diavolo fu così ingannato; ma ancora oggi non riesce a capire cosa possa essere successo ed è li che aspetta il prete sempre nel suo "rifrullo di vento"

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